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2011-01-23

MENTRE I DIRIGENTI NAZIONALI DELLA FIOM DISCUTONO CON I DISOBBEDIENTI DI COME CONTENERE IL CONFLITTO... VENERDI'21 UN'ALTRA OCCASIONE MANCATA PER DARE LA PAROLA AGLI OPERAI DA PARTE DELL'ESTABILISHMENT VENEZIANO PRESENTE ALLA RIUNIONE FIOM

La prima di alcune iniziative messe in cantiere dalla Fiom veneziana per lo sciopero del 28 gennaio, si è concretizzata in un confronto quasi solo tra soggetti politici istituzionali della “sinistra” e del “centro-sinistra” nel veneziano, tranquillamente seduti anche PD ed IDV davanti alle bandiere della Fiom.  Anomalia veneziana a sinistra ? Come vedremo, tutt’altra è la questione.
Nel pubblico, pochi giovani, molti compagni operai e pensionati, e una ventina di operai bengalesi del Cobas, arrivati con il volantino sul nuovo fascismo Fiat e sulla situazione in Fincantieri. Diffuso in sala anche lo speciale sull’accordo Fiat di Proletari Comunisti. Attenzione da parte di numerosi compagni alla nostra presenza, e aspettativa per l’intervento, inizialmente previsto e “concesso” dalla moderatrice, di un rappresentante del Cobas Fincantieri. Intervento poi reso impossibile da un repentino cambiamento di programma per “mancanza di tempo”, che a quel punto ha spinto gli operai del Cobas presenti ad abbandonare la sala prima del termine, in un gesto di chiara critica, senza però ledere nulla alla iniziativa, in quanto non essendo emersa una critica radicale al tipo di dibattito, una contestazione non sarebbe stata capita. Fuori dalla sala, riunione in piazza degli operai del Cobas, per decidere come comportarsi in occasione di future e non nuove attitudini “censorie” della falsa sinistra veneziana.
Rispetto al programma prefissato nell’iniziativa, c’è stato spazio solo per l’intervento di un operaio comunista pensionato, abbastanza centrato sulla critica e sulla rivendicazione di un patrimonio operaio che non va abbandonato, ma era un intervento come a lamentare una situazione che gli stessi “compagni” hanno guastato. Nonché l’intervento, verso la fine, di un delegato Rsu della Fincantieri abbastanza noto per la sua presenza a diverse tavole rotonde, Castigliego, arrivato trafelato verso la fine del dibattito a contestare con parole gravi e toni accesi, il rappresentante provinciale del PD, il quale, come del resto in precedenza aveva fatto il rappresentante di IDV (che aveva addirittura riconosciuto l’esistenza di un problema di nuova legge della “rappresentatività”, lamentando che, ahimé, si sarebbe tornati ai vecchi Consigli di fabbrica, di questo passo), si è soffermato sulla necessità di “affrontare il problema”, ecc. Il problema insomma da affrontare secondo alcuni nella falsa “sinistra” sarebbe costituito anche dalle “motivazioni” del padronato, spinto, porello, a dover incrinare diritti e Patto Costituzionale, con quanto ne è seguito (in particolare lo Statuto dei lavoratori). Su questo la posizione della Fiom espressa è stata molto critica, nulla da dire di particolare sul punto, così come sia Chinellato che altri interventi hanno ricordato l’attacco al CCNL, il tentativo ora di portare la contrattazione sul campo aziendale con perdita di diritti e svendita delle condizioni di lavoro pur di portare a casa la retribuzione.
La moderatrice, Loredana De Checchi, della “Cgil che vogliamo”, si è schierata apertamente per la difesa dei diritti, ma nessuno in sala si è azzardato a parlare dell’anniversario del Partito Comunista, né tanto meno di lotta per il socialismo, il Castigliego ha perorato, pur se vigorosamente sul piano verbale, l’intervento “parlamentare” della politica della “sinistra”, un po’ poco visto ciò che ha già messo in campo la destra ed il padronato. Il rappresentante del PD ha perorato la caduta del governo Berlusconi e la nascita di un “nuovo governo”, ma questo in realtà non ha avuto modo di spiegarci, se si trattava di una riproduzione in facsimile degli squallidi ed antioperai governi Prodi 1-D’Alema- o del governo Prodi 2, più attento sulla sicurezza sul lavoro, ma altresì pronto a calarsi i pantaloni al sorgere del primo scandalino, concessione questa che come abbiamo visto, non ha fatto per nulla il governo fascista del padronato.
È parso latente il bisogno di una espressione politica al movimento in campo, da parte di molti compagni vi era un maggiore bisogno di discussione, che solo di rado si è coniugato con le parole degli oratori. In qualche passaggio di Castigliego che cercava di fustigare il PD, nelle parole di due anziani compagni. La “battaglia” promessa dal PRC, o meglio dalla “Federazione della Sinistra”, ossia da Bonzio, che solo tre mesi fa declamava la “produzione d’eccellenza” di Fincantieri, ed oggi si abbassa bontà sua ad organizzare ben 100 banchetti in due giorni in tutto il Veneto per lo sciopero. Encomiabile sforzo, con il quale forse sul piano militante si potrebbe costruire ben di più che 100 “banchetti”.
Latente anche la confusione, la subordinazione culturale, presente nella sproporzione di mezzi tra il comando padronale ed i suoi media, e gli strumenti di comunicazione di cui dispone “la sinistra” e “gli operai”, qualificati in equivalenza alla “Fiom”. Ciò perché nelle concezioni tutt’altro che rivoluzionarie presenti tra gli oratori, sfugge che è la lotta il passaggio necessario, e non la “comunicazione”, che comunica molto di più la lotta di mille banchetti, come sfugge loro che Cgil-Cisl-Uil è ormai morta, e che ci sarà solo Sindacato di classe in costruzione e Sindacati dei padroni, fino allo scontro definitivo.
Sfuggendo loro questo, evidente non saranno presenti allo scontro definitivo, mentre la attenzione ma anche le domande anche queste “latenti” tra i presenti (compreso un compagno che ha interrogato il segretario provinciale della Fiom sul che faranno quelli che hanno votato no, e che ancora sono in Cig, al loro rientro), traspariva verso qualcosa di più, che tuttavia non è uscito, tra le bandiere rosse ed i toni “aplomb” del dibattito.
Ancora non ci siamo. Domani l’apparato nazionale della Fiom sarà a discutere con i capi delle polizie politiche di movimento, i cosiddetti “disobbedienti”, allo scopo certo, di potersi “unire contro la crisi” e non contro il capitalismo.
Ancora non ci siamo. Permane la logica delle O.S. sopra e dei lavoratori sotto.
Ancora non ci siamo. Sono comunisti, e non hanno nemmeno nominato Antonio Gramsci ed il PC d’I, nemmeno una volta. Solo, il rappresentante della FdS, ad un certo punto, parlava della lotta “sconfitta ma con grande dignità” del “1921”, intendendo certo il risultato del biennio rosso, ma astenendosi attentamente anche dal solo nominare le occupazioni delle fabbriche Fiat del 1919-1920. Una amnesia ?
Da registrare anche, oltre alla presenza attenta del pubblico, anche la assenza totale dei ceti politici della sinistra “rivoluzionaria”.
Gli operai del Cobas della Fincantieri non erano soli, erano tra altri lavoratori, ma erano soli. Perché il razzismo c’è, ed è un’altra parola che non è stata nominata nemmeno una volta nel dibattito.
Decisamente il Veneto è un po’ indietro, e Marghera non fa eccezione, se guardiamo alle organizzazioni “storiche” del movimento operaio. Attenzione però. C’è un revisionismo anche qui. Quali sono, dopo il 1968-1969, le Organizzazioni Storiche della classe operaia ? Dopo le lotte della autonomia operaia, qui rigorosamente censurate e certamente cogestite domani e dopodomani con il placet e le riscritture di comodo del duo Casarini-Negri, il moderno fascismo aleggia anche laddove meno te lo aspetti.

Circolo operaio di Proletari Comunisti di Venezia

2011-01-21

1921-2011 Fondazione del PC d'Italia - 90° anniversario - I dieci punti del 1921 ed i 10 punti di oggi

I dieci punti su cui nasce il PCd’Italia nel 1921, sulla base delle ventuno condizioni poste
dall'internazionale Comunista per l’adesione all’Internazionale guidata da Lenin. Noi ci
riconosciamo in questi dieci punti
1921-2011
1921
Il Partito Comunista d'Italia (Sezione dell'Internazionale Comunista) è costituito sulla base
dei seguenti principi.
1. Nell'attuale regime sociale capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le
forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all'antitesi ed alla lotta di classe
tra il proletariato e la borghesia dominante.
2. Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che,
fondato sul sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l'organo per la difesa degli
interessi della classe capitalistica.
3. Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di
produzione, da cui deriva il suo sfruttamento, senza l'abbattimento violento del potere
borghese.
4. L'organo indispensabile della lotta rivoluzionaria è il partito politico di classe. Il Partito
comunista, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli
sforzi delle masse lavoratrici, volgendoli dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati
contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il
compito di diffondere nelle masse la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi
materiali d'azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato.
5. La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema
capitalistico; le quali produssero l'imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione
del capitalismo, in cui la lotta di classe non può ché risolversi in conflitto armato tra le
masse lavoratrici ed il potere degli Stati borghesi.
6. Dopo l'abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe
dominante che con la distruzione dell'apparato statale borghese e con la instaurazione dello
Stato basato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto politico la classe
borghese.
7. La forma di rappresentanza politica nello Stato proletario è il sistema dei Consigli dei
lavoratori (operaie contadini), già in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione
proletaria mondiale e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.
8. La necessaria difesa dello Stato proletario, contro tutti i tentativi contro-rivoluzionari,
può essere assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura
proletaria ogni mezzo di agitazione e di propaganda politica, e con l'organizzazione armata
del proletariato per respingere gli attacchi interni ed esterni.
9. Solo lo Stato proletario potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive misure
d'intervento nei rapporti dell'economia sociale con le quali si effettuerà la sostituzione del
sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione.
10. Per effetto di questa trasformazione, economica e delle conseguenti trasformazioni di
tutte le attività della vita sociale, eliminandosi la divisione della società in classi, andrà
anche eliminandosi la necessità dello Stato politico, il cui ingranaggio si ridurrà
progressivamente a quello della razionale amministrazione delle attività umane.


10 punti che proponiamo oggi, riconoscendo già i precedenti per l'unità dei comunisti
nel/per il Partito
2010-2011
Dieci punti per l’unità dei comunisti per il Partito
Il Partito Comunista che è necessario costruire deve essere
1. basato sul marxismo-leninismo-maoismo;
2. basato sulla strategia della guerra popolare sfociante nel l’insurrezione
adatta alle condizioni specifiche del nostro paese oggi;
3. fondato sulla centralità operaia e che sia reparto d’avanguardia organizzato
della classe operaia
4. costruito nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse
5. un partito di tipo nuovo che attui una completa rottura nel campo
dell’ideologia, della teoria, della organizzazione, della pratica con il
revisionismo vecchio e nuovo;
6. saldamente interno al movimento comunista internazionale e in particolare
a quello di orientamento marxista-leninista-maoista, con un forte legame
con i partiti comunisti impegnati nelle guerre popolari;
7. che combatta attivamente l’economicismo e l’eclettismo teorico-politico
nel movimento comunista italiano;
8. alternativo alle due varianti, basate sull’elettoralismo e il militarismo,
presenti nel nostro campo;
9. che sappia far vivere al suo interno la lotta ideologica attiva e la lotta tra
le due linee e attuare il centralismo democratico, alla luce delle esperienze
negative che nel nostro campo ci sono state;
10. consapevole che, nel grande lavoro per unire i comunisti nel nostro paese,
è’necessario sviluppare sulla base dei principi la lotta al settarismo come
una delle deviazioni ancora presenti nel movimento comunista
proletari comunisti

2011-01-11

ATTIVO DEL CIRCOLO OPERAIO DI MARGHERA DI PROLETARI COMUNISTI

comunicato 12-1-2011 Si è tenuta a Marghera in questi giorni una partecipata assemblea del Circolo Operaio di Proletari Comunisti cui hanno partecipato quasi 40 operai, metalmeccanici, chimici e dei servizi.
Si è relazionato sull'Attivo nazionale del Partito, e si è affrontata con decisione e dettaglio la questione sindacale oggi in italia, il fascismo padronale, l'area conciliativa a destra, l'area conciliativa a sinistra, la "opposizione", e l'area della rivoluzione.
Si è discusso su come partecipare il 28. Ci sono tre ipotesi: la prima, partecipazione a Torino, la seconda, sit-in militante al Comune a Venezia, la terza, sit-in aggressivo alla Confindustria. La decisione sarà presa nella settimana prossima.
Si sono distribuiti ai presenti la locandina sul fascismo padronale, ed i due recenti testi sulla Fiat del compagno Ghio.
Si è data diffusione alla locandina sul fascismo padronale, cui si è messa la firma del Circolo Operaio di Proletari Comunisti accanto alla firma del Partito. 
Nei giorni scorsi si era anche svolto l'attivo del Circolo Operaio della Riviera del Brenta di Proletari Comunisti nel corso del quale era proseguito lo studio del Manifesto di Karl Marx e Friedrich Engels 

2011-01-09

comunicato nazionale: ATTIVO NAZIONALE di PROLETARI COMUNISTI

comunicato nazionale di proletari comunisti

Si è tenuto con successo agli inizi dell'anno, l'attivo nazionale dei
circoli di proletari comunisti con rappresentanti dei circoli e
dell'attività nelle diverse città italiane.

L'attivo si è aperto con un escursus sui momenti salienti della lotta di
classe dell'anno 2011, che hanno attraversato anche con l'aiuto del blog e
di immagini-video
tutto il ciclo di lotte: dagli immigrati alla lotta alla Fiat Pomigliano,
Melfi, fino agli ultimi avvenimenti alla Fiat Mirafiori, dalla lotta dei
precari della scuola alla lotta delle donne per Joy e contro la violenza
sessuale.
Ci si è soffermati con interventi e analisi sull'autunno, dalla rivolta di
Terzigno alla grande manifestazione di Roma del 16 ottobre e al valore della
nostra contestazione finale, alla valorizzazione e partecipazione della
rivolta studentesca di novembre-dicembre con la grande giornata del 14
dicembre..
Ci sono state due ampi interventi introduttivi: sulla situazione politica
generale vista dal lato padroni,governo,stato e dal lato del proletariato e
delle masse popolari, sui compiti dei comunisti nella lotta di classe
attuale e sullo stadio di avanzamento della costruzione del P, dando rilievo
alla recente adesione del CCP di Torino. Una seconda introduzione ha
riguardato il fascismo padronale e la fiat, con ripresa dell'analisi
contenuta nel dossier fiat, approfondendo le questioni cgil e fiom e la
battaglia in corso per lo sciopero generale.
Protagonisti del secondo giorno sono stati i giovani e red block, in prima
fila nella lotta degli studenti e che hanno trasmesso ai compagni i
contenuti e le emozioni delle battaglie di dicembre. Sono cominciati poi gli
interventi dei compagni dei circoli che dal nord al sud hanno raccontato
delle lotte a cui si è partecipato e di quelle che si sono direttamente
organizzate, in particolare a Taranto e Palermo, così come dello sviluppo
organizzativo e delle vertenze nel Veneto tra operai,precari, disoccupati,
immigrati, autisti grazie all'attività dello slai cobas per il sindacato di
classe in questa regione.
Le lotte degli immigrati a Brescia, Milano, Bergamo sono state riviste e
commentate nei loro avanzamenti e loro limiti.
Infine con attenzione e partecipazione si è ascoltato l'ampia cronaca e
resoconto dall'Aquila, dove da mesi avanza la protesta delle masse
terremotate e il rsoconto del lavoro per la rete nazionale per la sicurezza
sul lavoro,che anche quest'anno ha sviluppato un lavoro di denuncia,
testimonianza e lotta fino alla settimana nazionale di mobilitazione di
dicembre con importanti iniziative a paderno dugnano a un mese dalla strage
del 4 novembre, contro le morti sul lavoro tra gli immigrati, e con
l'attività al processo Thyssen a Torino .
L'attività di formazione marxista-leninista-maoista dei proletari del
circolo di Taranto e il nuovo lavoro comune a Torino sono stati poi accolti
dall'attivo con grande sostegno per la novità che essi rappresentano
nell'avanzamento dell'organizzazione cominista nelle file del proletariato..
L'ultimo giorno dedicato alla situazione internazionale, al lavoro per la
conferenza internazionale del movimento rivoluzionario internazionalista,
alla grande e straordinaria campagna di sostegno alla guerra popolare in
India, decisa e in via preparazione per l'aprile 2011 in diversi paesi del
mondo, ha portato a una conclusione all'insegna dell'internazionalismo
proletario autentico contro l'imperialismo in crisi.

Va sottolineato in maniera particolare il clima dell'attivo svoltosi con grande unione, allegria, tra tutti i compagni operai,disoccupati, precari, giovani e donne.. cosa che ha rafforzato la convinzione e l'impegno di tutti
per la costruzione del partito comunista di tipo nuovo nel fuoco della lotta
di classe in stretto legame con le masse, basato sulla forza del
marxismo-leninismo-maoismo e della battaglia per la rivoluzione proletaria
per il socialismo e il comunismo.

proletari comunisti
gennaio 2011